Cala Spalmatoio è situata nel punto più riparato di Giannutri, al centro del golfo creato dalla peculiare forma a mezzaluna dell’isola (detto Golfo degli Spalmatoi). Qui il mare si protende in un breve fiordo delimitato da ripide pareti calcaree sul fondo del quale, alla base della moderna “torre” del villaggio turistico, si trova una piccola e pittoresca spiaggia di ciottoli e sabbia. All’imbocco della cala, sul lato settentrionale, sorge il molo principale dell’isola, dove attraccano le motonavi provenienti da Porto Santo Stefano, salvo quando l’ormeggio non sia impedito dalle avverse condizioni del mare (in tal caso l’approdo avviene sul versante opposto di Giannutri, a Cala Maestra).
La trasparenza cristallina delle acque di Cala Spalmatoio sorprende i visitatori appena sbarcati: praterie di posidonia si agitano sul fondale mosse dalle correnti creando un habitat ideale per le numerose specie ittiche che frequentano le coste dell’isola. Durante i mesi estivi Cala Spalmatoio si trasforma in un porticciolo turistico per barche a vela e gommoni.
Appunti di archeologia
Su ogni lato del fiordo il masso calcareo appare inciso dalle mani sapienti dei Romani, che avevano attrezzato l’insenatura come scalo temporaneo per le navi in transito nel Tirreno e come riparo per le barche da pesca: del porticciolo romano restano tracce di murature di sostegno lungo i fianchi della cala, la piccola rimessa alle spalle della spiaggetta (ancora utilizzata per mettere in secco piccole imbarcazioni), una bitta d’ormeggio e colonnine sparse sul fondale, oltre ai già nominati segni del taglio verticale della roccia in corrispondenza delle antiche banchine.
Altre informazioni storiche
Il nome di Cala Spalmatoio deriva dall’operazione di calafataggio, necessaria per mantenere una buona impermeabilizzazione degli scafi in legno delle imbarcazioni: un operaio specializzato, detto calafato, sigilla le fessure del fasciame con fibre di canapa battute per mezzo di uno strumento metallico simile ad uno scalpello; completata questa operazione lo scafo viene incatramato spalmando su di esso più mani di pece calda (impeciatura). La tecnica è ancora diffusa nella marineria tradizionale. Il toponimo è attestato a partire dal 1834, quando sul Giornale di Belle Arti Giuseppe Giuly fa menzione della “Cala dello Spalmadore”. Poiché l’isola fu disabitata per gran parte della sua storia post-antica, il toponimo deve far riferimento alla presenza della rimessa romana sul fondo della cala, la cui funzione originaria doveva apparire evidente ai rari visitatori del luogo.
Pianta del porto romano di Cala Spalmatoio (da L. Cavazzuti, I porti romani dell’isola di Giannutri, in Quilici-Quilici Gigli 1999, p. 129, fig. 24)
Taxi boat su richiesta.
Submit your review | |
Secondo me è la cala migliore. Comoda, bellissima e vicina al villaggio. Ci si può fare anche il bagno di notte perché è illuminata. Ha una spiaggetta, un moletto su cui ci si può sdraiare e diversi scogli "comodi".
Paesaggio incantevole e acqua cristallina. L'ideale per passare una giornata di mare! Torneremo